Tradizionale o LED
Volendo riassumere i vantaggi della teconologia LED, potremmo affermare che:
- unisce una più elevata efficienza luminosa ad un minore impatto ambientale (non ha presenza di mercurio ed è completamente riciclabile);
- ha una durata media di tre/quattro volte superiore alla lampada tradizionale (per di più mantenendo fino all’ultima ora la stessa efficienza luminosa dello start-up, e richiedendo minore potenza equivalente);
- non prevede frequenti manutenzioni;
- è dotata di una elevatissima velocità di accensione (100 nanosecondi) e consente di parzializzare l’intensità luminosa (e quindi il consumo) mediante controllo elettronico a distanza;
- non attira gli insetti in quanto non emette radiazione termica ed ultravioletta.
Al contrario, il tubo-neon necessita per il suo funzionamento di altri componenti necessari (starter e reattore) che spesso sono soggetti ad usura anomala, ed assorbe altri circa 2/3 watt/h in aggiunta al consumo normale.
Questi ed altri fattori, invitano alla riflessione!
Esaminando infatti l’ipotetico consumo di un campione di 1000 lampade neon tradizionali, funzionanti per circa 3.000 ore annue (8 ore al giorno, per 365 gg/anno), è facilmente dimostrabile che la durata del tubo (circa 12.000/15.000 ore) consente una vita massima di circa 5 anni, contro una durata della nuova tecnologia che può arrivare ai venti anni.
Nello stesso arco di tempo (venti anni), per il gruppo di lampade tradizionali in media si spendono:
- circa 30.000,00 euro (dovute alla sostituzione del tubo ogni 5 anni);
- circa 1.750,00 euro (dovute alla sostituzione di n.ro 2.500 starter);
- circa 2.250,00 euro (dovuti alla sostituzione di n.ro 150 reattori);
- circa 4.000,00 euro (di consumo elettrico addizionale).
In totale 38.000,00 euro.
Allo stesso tempo si spende in bolletta circa il 40% in più di consumo (per la maggiore potenza equivalente richiesta)!
La c.d. "Spending Review" approvata nel Luglio 2012 come legge di conversione del D.L. Maggio 2012 (recante disposizioni per il contenimento della spesa pubblica) invita le pubbliche amministrazioni a razionalizzare i loro consumi e, così facendo, apre una interessante parentesi sulla green energy e offre nuove opportunità di mercato anche in tema di illuminazione.