Electrify 2020
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Sin dagli anni '90, la crescente evidenza sui danni dell'inquinamento ha creato una nuova sensibilità al problema energetico.
Bisogna comunque arrivare ai giorni nostri perchè l’obiettivo diventi davvero parte integrante della quotidianità nel "paese” Italia.
Da qui in avanti ci aspettano scenari futuri e sfide di sicuro interesse.
Siamo sul punto di investire centinaia di milioni di euro che nel giro di pochi anni faranno cambiare il volto dell’Italia.
La crescita economica del sistema Paese potrà trovare nuovo impulso attraverso l’elettrificazione dei consumi finali e grazie allo sviluppo della catena di valore del settore elettrico.
L’elettricità rappresenta il “vettore” energetico del futuro, come fattore abilitante di sviluppo economico, sostenibilità e resilienza, oltre che leva fondamentale per ridurre le emissioni di CO2 e l’impatto complessivo delle attività umane sull’ambiente.
L'Italia ha due vantaggi principali: il primo è che il suo mix di energie rinnovabili è migliore di quello di molti paesi sia in Europa che altrove; il secondo è il fatto che ci sono molte piccole e medie imprese industriali attive nelle aree chiave in cui si combatte la battaglia per l'elettrificazione.
Il settore dei trasporti ha il più alto potenziale di elettrificazione: sono state condotte una serie di simulazioni che hanno evidenziato come l'Italia potrebbe attivare un fatturato cumulativo compreso tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro entro il 2030 per l’intera filiera collegata alla mobilità elettrica: manifattura, infrastrutture di ricarica, servizi, riciclo e seconda vita.
Gli edifici e il settore industriale sono altre due aree dal potenziale enorme (per edifici, si intendono attività come riscaldamento, illuminazione, raffreddamento e cottura dei cibi).
Ambiti che non toccano solo le abitazioni private, ma anche uffici, centri commerciali e persino ospedali.
Per identificare le tecnologie di elettrificazione più promettenti è stato sviluppato un modello che ne ha individuate oltre 60 capaci di generare una notevole ricaduta economica.
Secondo l’analisi, sono sei quelle su cui puntare per i segmenti “Edifici e Industria” (report “Electrify 2030”):
- pompe di calore (circa il 50% di guadagni di efficienza rispetto agli impianti di riscaldamento e condizionamento tradizionali, come le caldaie a condensazione)
- luci al LED (fino all’80%-85% di guadagni di efficienza nel settore residenziale e circa il 52% nell’illuminazione pubblica rispetto alle lampade a incandescenza standard e il 5%-10% rispetto alle lampade fluorescenti)
- sistemi elettrochimici di accumulo (circa il 12% di guadagno di efficienza da batterie agli ioni di litio rispetto alle batterie elettrochimiche alternative)
- motore elettrico (circa il 40% di guadagno di efficienza nelle auto elettriche rispetto ai motori a combustione di tipo tradizionale e circa il 25% negli inverter industriali)
- elettronica di potenza (circa il 73% di guadagno di efficienza nei dispositivi Wide Band Gap che impiegano semiconduttori quali carburo di silicio o nitruro di gallio anziché silicio)
- sistemi di gestione dell’energia (che garantiscono guadagni di efficienza per circa il 16% negli edifici e per il 14/17% nei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento).
Nel nostro Paese, la filiera industriale complessiva potrebbe interessare circa 17mila imprese con oltre 320mila dipendenti e un fatturato pari a circa 80 miliardi di euro.
C'è molto da lavorare per trasformare il potenziale delineato nel report “Electrify 2030” in sviluppo concreto.
In ogni caso, stiamo vivendo tempi davvero entusiasmanti per l'industria dell'energia elettrica nel mondo.